La fisioterapia o riabilitazione in acqua prende il nome di IDROKINESITERAPIA rappresenta l’ambiente ideale dove iniziare il percorso rieducativo del paziente affetto da patologie muscolari. Tra i vantaggi della fisioterapia in acqua con una temperatura di 32° ci sono il riassorbimento di edema ed ematoma del muscolo leso. Il movimento svolto in piscina permette sollecitare minimamente le articolazioni, ridurre le forze di compressione e di effettuare contrazioni muscolari molto blande in assenza di dolore, migliorando i tempi di recupero dall'infortunio. La resistenza opposta dall’acqua è facilmente adattabile all’esercizio in quanto essa varia al variare del movimento e puo’ essere modificata cambiando il braccio di leva, la velocità del movimento, la turbolenza dell’acqua o utilizzando specifiche attrezzature1. L’acqua ha anche un notevole effetto propriocettivo in quanto per mantenere un adeguato assetto posturale è necessario attivare una contrazione muscolare riflessa allo scopo di mantenere l’equilibrio2.
La classificazione delle lesioni muscolari indirette si dividono in:
1) Elongazioni o contratture, 2) stiramento e 3) Distrazioni o strappo: di primo, secondo e terzo grado. I criteri adottati per distinguere i cinque livelli di gravità sono contemporaneamente di ordine anamnestico, sintomatologico ed anatomo-patologico.
1. Contrattura.
Avvengono per eccessiva sollecitazione in allungamento del muscolo. Si manifesta con dolore muscolare che insorge quasi sempre a distanza dall'attività sportiva, (dopo qualche ora o il giorno dopo), mal localizzato, dovuto ad un'alterazione diffusa del tono muscolare, imputabile ad uno stato di affaticamento del muscolo, in assenza di lesioni anatomiche evidenziabili macroscopicamente o al microscopio ottico. Il trattaemnto consiste in bendaggio compressivo, ghiaccio, fans, tecar terapia, massoterapia, idrokinesiterapia.
Tempi di recupero 5-7 giorni
2. Stiramento.
È sempre conseguenza di un episodio doloroso acuto, insorto durante l'attività sportiva, il più delle volte ben localizzato, per cui il soggetto e costretto ad interrompere l'attività. Non sono presenti lacerazioni macroscopiche delle fibre, il disturbo può essere attribuito ad un'alterazione funzionale delle miofibrille, della conduzione neuro-muscolare oppure a lesioni sub microscopiche a livello del sarcomero. La conseguenza sul piano clinico è rappresentata dall'ipertono del muscolo, accompagnato da dolore.
3. Distrazione.
Si manifesta con dolore acuto, violento che compare durante l'attività sportiva, attribuibile alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari. Lo strappo muscolare è sempre accompagnato da uno stravaso ematico, più o meno evidente a seconda dell'entità e della localizzazione della lesione e dall'integrità o meno delle fasce. La distinzione in gradi viene riferita alla quantità di tessuto muscolare lacerato e comprende:
INDICAZIONI:
L’idrokinesiterapia, nei pazienti con:
1. Contrattura muscolare, viene proposta nei 2-3 giorni successivi all’infortunio, come preparazione al massaggio e allo stretching svolti in palestra.Gli esercizi vengono eseguiti prevalentemente in scarico, dove viene richiesta una blanda contrazione del muscolo interessato. Nei 2-3 giorni successivi, il trattamento in acqua segue il lavoro riabilitativo eseguito in palestra ed è finalizzato al defaticamento muscolare.
2. Stiramento il piano di trattamento è più articolato e l’idrokinesiterapia permette di iniziare anticipatamente il lavoro muscolare attivo.
3. Strappi di 1° e 2° per i primi 5-7giorni dopo il trauma, il lavoro viene svolto esclusivamente in acqua. In questa fase gli esercizi sono molto blandi e la loro finalità è favorire il drenaggio dell’ematoma, il riassorbimento dell’edema e stimolare la creazione di una cicatrice correttamente orientata.
Nella fase successiva, il trattamento in acqua è affiancato da quello a secco; in vasca gli esercizi sono rivolti alla riattivazione muscolare attraverso contrazioni concentriche ed eccentriche. In un primo tempo, è coinvolta esclusivamente la muscolatura antagonista a quella lesionata. I miglioramenti ottenuti determinano il passaggio al lavoro della muscolatura agonista e l’intensità del lavoro, che può essere incrementata anche con l’utilizzo di ausili.
Nella lesione muscolare diretta, è frequente la comparsa di una raccolta ematica intrafasciale o interfasciale, che provoca dolore, limitazione articolare e incapacità di contrarre il muscolo volontariamente. L’immersione favorisce il riassorbimento dell’edema tramite il miglioramento del ritorno venoso, del circolo linfatico e della mobilità articolare, accelerando la risoluzione dei sintomi.
Nelle lesioni sub-acute e croniche, è possibile impostare molto gradualmente i carichi di lavoro, eliminando i compensi che comportano uno squilibrio funzionale e i sovraccarichi.
Bibliografia:
1. Bates A. and Hanson N.: “Acquatic Exercise Therapy” W. B. Saunders, Philadelphia 1996.
2. Becker B.E. “The biologic aspects of hydrotherapy” J. Back Musculoskel. Rehabil. 1994; 4: 255-264.