LA POSTURA DIPENDE ANCHE DAI PIEDI: LE SOLETTE PROPRIOCETTIVE.
Ciò che differenza un plantare da una soletta propriocettiva, e che la prima è creata di solito per correggere un problema biomeccanico del piede: sostenendolo, limitandolo, costringendolo a un determinato movimento a livello osteoarticolare mentre la seconda per mezzo degli stimoli presenti in questa soletta permette di attivare a livello muscolare le risposte dell’organismo alla modifica della postura.
Il plantare inoltre è un ingombro all’interno della scarpa: questo ci porta ad acquistare delle scarpe ortopediche, economicamente molto costose e che portano il piede a non avere uno spazio adeguato.
La soletta è costruita con materiale in cuoio e vengono posti degli spessori in determinati punti della pianta del piede, a seconda dei risultati che si estrapolano da una precedente visita posturale, nella quale attraverso determinate valutazioni si analizza il piede non come un unità assestante ma lo si colloca all’interno del sistema di tutto l’individuo inquadrandolo su tutte le problematiche del corpo.
Il piede è un recettore sensoriale questo significa che potrebbe essere o la causa principale in caso di eterometrie vere, disformismi congeniti o acquisiti, ad esempio in seguito a distorsioni gravi o ripetute, oppure svolgere il ruolo di compenso adattativo: a varie problematiche oculari, cranio-occlusali, cicatrici patologiche, a problemi viscerali.
Ad onor del vero è difficile comprendere se il problema è solo adattivo o causativo in quanto le due componenti viaggiano su confini molto labili e il sistema nel quale andiamo a intervenire è un sistema assai complesso dove l’interagire di ogni singolo recettore con gli altri lo rende un sistema in continua evoluzione.
Il plantare posturale non è che un tassello di un insieme transdisciplinare di lavoro d’equipe (dentista, ortodonzista, optometrista, O.R.L., osteopata, fisioterapista ecc.), insieme ma senza nessuna priorità di interventi con: la rieducazione visiva, l’analisi vestibolare, la rieducazione miofunzionale e l’analisi approfondita dell’apparato stomatognatico che possono causare un precario mantenimento dell’equilibrio corporeo, instabilità podaliche e disallineamenti strutturali, cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, pubalgie, dolori muscolari,deglutizione atipica».
La soletta propriocettiva aiuta la riprogrammazione posturale, agisce sui muscoli e precisamente sui fusi neuromuscolari innescando un riflesso “miotatico diretto” attraverso i muscoli plantari che sono l’entrata di una catena muscolare ascendente. Chiaramente gli spessori sono minimi perché superato un certo spessore incorriamo nell’innesco del riflesso “miotatico inverso” col risultato di rilassare il muscolo e di contrarre i suoi antagonisti.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale della cute plantare che è paragonabile a una pedana dinamometrica bidimensionale e quindi ancora una volta si innescano con la nostra stimolazione propriocettiva altre informazioni attraverso recettori a lento, intermedio e rapido adattamento.
Tutte queste afferenze insieme a quelle delle articolazioni e dei muscoli arrivano al midollo spinale dove avviene la prima integrazione, dopodiché si ha la seconda integrazione a livello encefalico supportata dal supporto di strutture come il cervelletto, i gangli della base il nucleo rosso centrale, la sostanza reticolare, i nuclei striati ecc. Quindi attraverso le solette si riesce a riattivare una catena muscolare che è rimasta inibita o comunque che non risponde in modo corretto, riuscendo a riprogrammare la postura.